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DIVAGAZIONI STORICHE E LETTERARIE SULL’ORIGINE DELLA MODERNITA’
26 Ottobre, 2022 | 18:00 - 20:00
CONFERENZA GRATUITA
DELLA PROF.SSA LUCIA RESIGNO
Nel basso Medioevo il fervore politico delle nascenti monarchie occidentali e l’operosità creativa della borghesia, ponendo via via l’uomo al centro della ricerca filosofica, scientifica e letteraria, aprirono le porte alla “modernità”. Un particolare rilievo storico assunsero re e imperatori, promotori di innovazioni legislative anticipatrici dello stato moderno.
Il normanno Guglielmo il Conquistatore non si accontentò di essere vassallo del re di Francia e partì alla volta dell’Inghilterra, conquistandola nella Battaglia di Hastings del 1066. Per consolidare il suo potere, Guglielmo introdusse nel Consiglio del Regno la prima rappresentanza della feudalità. Nel 1215 Giovanni Senza Terra,lontano successore di Guglielmo il Conquistatore, con la “Magna Cartalibertatum” riconobbe ai feudatari inglesi l’inviolabilità della persona e dei beni, e sancì la rappresentanza di 25 baroni, eletti dai maggiorenti della feudalità. Nel 1231 Federico II di Svevia promulgò la Costituzione di Melfi per sottrarre il governo del Regno di Sicilia all’inaffidabile organizzazione feudale: il potere esecutivo fu affidato alla burocrazia, composta da esperti giureconsulti; il potere militare fu affidato ad un esercito regio, in cui si distinsero i numerosi arabi sottomessi e racchiusi nell’enclave di Lucera. Lo Stupor mundi (così fu definito Federico dagli stessi contemporanei), pur essendo in mille faccende affaccendato, non dimenticò l’arte e la poesia; la Scuola siciliana, da lui fondata, fu una delle prime espressioni della letteratura italiana, che influì persino sulla formazione poetica di Dante Alighieri. Quest’ultimo, consapevole della grandezza degli Svevi,dedicò loro due canti della “Divina commedia”, indimenticabili per intensità narrativa e poetica: nel XIII Canto dell’Inferno, si staglia la figura di Pier delle Vigne, colui che “tenne ambo le chiavi del cor di Federigo”; nel III Canto del Purgatorio dominala figura di Manfredi, il figlio erede della politica e del fervore intellettuale del Padre.
PRESSO LA SEDE UNAR
SALA ROMA
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